Con un po’ di ritardo, arrivano anche le mie foto dell’evento che gli appassionati di moto e vintage hanno atteso con ansia anche nella Capitale.
Stiamo parlando del Distinguished Gentleman’s Ride, un’evento che si svolge ogni anno in oltre 600 città di 95 paesi del mondo, per sostenere una nobile causa, la lotta contro il cancro alla prostata.
I fondi raccolti grazie alle donazioni dei gentleman riders verranno infatti devoluti tramite alcune specifiche fondazioni, ad un progetto mondiale di prevenzione e riabilitazione per chi lotta contro questo terribile male.
Un’occasione unica per trasformare la propria passione in un momento di solidarietà collettiva, riscoprendo i valori dei “gentleman” di una volta, dunque non solo parole, ma anche fatti.
E’ dietro il rombo del motore di una moto d’epoca o classica, o tra le pieghe di un papillon e i revers di una giacca che si nasconde la nostalgia e la voglia di ritornare nei tempi in cui un gesto benefico era disinteressato era doveroso, verso la propria morale e verso chi, per un motivo o per un altro, era meno fortunato.
Tantissime le presenze di quest’anno nella città di Roma, per seguire il raduno partito dall’Obelisco dell’EUR, per poi seguire un percorso tra i suoi magnifici monumenti.
Gruppi, coppie, amici, padri con i propri figli o perché no, con amici a 4 zampe, hanno affrontato il percorso a bordo delle loro due ruote tra la curiosità dei turisti e i sorrisi dei passanti, mentre un’incredibile macchia di colore, avanzava compatta lungo le strade, accompagnata dal fragoroso rombo di circa 900 moto.
Un’esperienza per me bellissima, che mi ha fatto rivivere un po’ di fanciullezza a dire il vero. Uno di quei momenti di spensieratezza, in cui si affrontava tutto con serenità, guardando al futuro con speranza ed allegria.
E forse questo era proprio uno degli obiettivi del fondatore del DGR, l’australiano Mark Hawwa: donare una speranza e una giornata di divertimento ed amicizia in cui celebrare la rivincita contro il cancro e la riscoperta di tutte le gioie che la vita può offrirci, come il senso di libertà che si prova, una volta in sella ad una delle nostre migliori “compagne di viaggio”.
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Tutte le foto sono state scattate da me, fatta eccezione di quelle che mi ritraggono e quelle del raduno in movimento, per le quali cito le fonti Paolo Grana, Viaggiatore non per caso, Piero Picchi. |